LA BATTAGLIA PER LE MONETE D'ORO. "COMO NON ACCETTI LE BRICIOLE"

La polemica. Il titolare dell'immobiliare che ha fatto l'incredibile scoperta al Cressoni "Soltanto trenta esemplari sui mille trovati in mostra in città? Le promesse erano altre"

Il detto "lontane dagli occhi, lontane dal cuore" non vale per le mille monete d'oro, ri­salenti all'Epoca romana, rinve­nute tre anni fa durante gli scavi nel cantiere dell'ex Cressoni. Anzi proprio il fatto che gli oc­chi comaschi non possano am­mirarle, fa sanguinare i cuori de­gli appassionati e di chi, come SabaDell'Oca, ha avuto un ruo­lo nel loro ritrovamento. Due i temi più dibattuti: il reale valore della scoperta archeologica e il futuro "comasco" del tesoro.
Saba Dell'Oca, amministra­tore di Officine Immobiliari, la società che ha comprato l'ex Cressoni per trasformarlo in un condominio di pregio in centro città e che gestisce i lavori che hanno permesso il ritrovamen­to delle monete, ha aperto una battaglia legale con il ministero dei Beni culturali che ha per og­getto il valore dei reperti ritro­vati e, di conseguenza, l'entità del premio che spetta a chi fa una scoperta di valore archeolo­gico e ai proprietari dell'area su cui quella scoperta viene fatta (nella fattispecie le due figure coincidono con la società di Del­l'Oca). Questo ha permesso al­l'immobiliarista comasco di mettere in fila una serie di dati e quesiti sulle monete romane.

Battaglia sul valore delle monete
Innanzitutto il reale valore del tesoro. Stando a una stima di un esperto numismatico nominato da Dell'Oca, la cifra si aggirereb­be tra i 9 e gli 11 milioni di euro. Questo anche aIla luce della pre­senza di una decina di monete che, sempre secondo l'esperto, potrebbero essere vendute agil­mente sul mercato per una cifra pari a 500mila euro l'una.
Secondo il ministero, invece, «la moneta di massimo valore», dell'imperatore Libio Severo, è stata stimata in 80mila euro e solo altre nove monete valgono almeno 50mila euro. «La stima complessiva ufficiale del mini­stero - precisa Dell'Oca - è di eu­ro 3.989.636,28». Calcolatrice aIla mano, mediamente le mo­nete varrebbero 3500 euro l'una: «Mi chiedo - sottolinea l'imprenditore comasco - quale sia il criterio nel definire la sco­perta "epocale" pur avendo ad oggetto, secondo il ministero, monete di valore medio del tut­to contenuto e modesto».

Un tesoro "nascosto"
Il secondo aspetto critico della telenovela riguarda il futuro del­le monete dal punto di vista mu­seale. Lo scorso anno il Comune e la Soprintendenza firmarono un accordo in base al quale la no­stra città avrebbe ricevuto «solo 30 delle 1000 monete da esporre nel nuovo museo» che dovrebbe essere ricavato nell'ex chiesa delle Orfanelle. Un numero bas­sissimo, e peraltro non sarebbe neppure stato concordato quali monete arriveranno in città
«È giusto ricordare - precisa Dell'Oca - che alla presentazio­ne alla stampa del Tesoro di Co­mo, avvenuta a Milano lo scorso 10 settembre 2018, alla presenza dell'allora ministro dei Beni Culturali avevo espressamente esternato allo stesso che, alla conclusione degli opportuni studi sui ritrovamenti, l'intera collazione numismatica fosse restituita alla città. Di ciò mi era stata data ragione e garanzia. Anche il nostro sindaco era pre­sente al colloquio e ha sentito».
Insomma, le promesse sa­rebbero state ben differenti, se­condo il proprietario del cantie­re che ha permesso l'incredibile scoperta archeologica.
«È vero - si chiede ancora, in­fine, l'immobiliarista - che per poter esporre la selezione delle monete il Comune sta iscriven­do a bilancio una spesa di 1,3 mi­lioni di euro per la ristruttura­zione dell'ex chiesa delle Orfa­nelle? Risponde a ragioni di priorità, in questo momento, una spesa di quasi il triplo del va­lore dei beni che - forse - si esporrebbero?»
La battaglia non si ferma cer­to a questi quesiti. Anche per­ché, a ottobre, il Tribunale dovrà decidere se affidare a un arbi­traggio il contenzioso. Mentre Como aspetta di vedere il pro­prio tesoro.

P.Mor. 

La causa civile
UN ARBITRO DEL TRIBUNALE PER STABILIRE IL REALE VALORE

La legge prevede, per chi fa un ritrovamento di valore storico e archeologico e per il proprietario dell'area su cui questo ritrovamen­to viene fatto, una ricompensa pari a un massimo del 25% del valore di ciò che è stato trovato. Il ministero vorrebbe concedere a Officine Immobiliari (società proprietaria dell'ex Cressoni nonché la realtà che ha fatto la scoperta) il 9,25% (al lordo delle tasse, stimate in un 25% della ricompensa). Su questi valori si è innestata, in Tribunale a Como, una causa civile per rivedere completamente sia le percentuali che le stime del valore reale delle monete (meno di 4 milioni per Il ministero, tra i 9 e gli 11 per un esperto nominato dalla società). Secondo i legali dei ricorrenti, infatti, al netto del valore reale, la percentuale della ricompensa dovrebbe essere valutata fino a un massimo del 50%, al netto delle imposte. Il Tribunale potrebbe nominare un arbitro, per dirimere la controversia.

La Provincia di Como 01 agosto 2021

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