RITROVATE 300 MONETE D'ORO ROMANE DEL IV SECOLO: «VALGONO MILIONI DI EURO»

La pentola dalle monete d'oro non bisogna più andarla a cercare alla fine dell'arcobaleno. Più della tradizione fiabesca può l'archeologia. Centinaia di monete d'oro (forse 400) chiuse dentro un vaso dalla forma sconosciuta, un tesoretto della metà del V secolo dopo Cristo, è stato trovato mercoledì scorso in pieno centro a Como, durante gli scavi archeologici all'interno del cantiere di ristrutturazione dell'ex teatro Cressoni, in via Diaz, da cui è riaffiorato il foro di Novum Comum, l'antica città fondata dai romani. «Una scoperta che non ha precedenti», dichiara il soprintendente Luca Rinaldi. Ed è subito diventata un caso archeologico, tanto da far intervenire il ministro Alberto Bonisoli: «Non conosciamo ancora nei dettagli il significato storico e culturale del ritrovamento ha detto Bonisoli - ma quell'area sta dimostrando di essere un vero e proprio tesoro per la nostra archeologia».

INTATTE
Sembrano coniate ieri, l'oro non è corrotto, la lucentezza intatta, solo qualche deposito innocuo di terriccio bagnato e polvere. Perfettamente conservate. Coniate probabilmente a Mediolanum sotto gli ultimi imperatori d'Occidente come testimoniano i profili diversi delle prime monete visionate. Tutte in corso al momento del seppellimento. Nascoste in fretta e furia, lasciate nel vaso e mai più recuperate? L'ipotesi più romantica è anche la più plausibile, ragionano a caldo gli archeologi. Chi è stato? «Difficile che fosse un semplice cittadino privato, troppe monete d'oro tutte insieme - ragiona il soprintendrnte archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como - Qualcuno che aveva accesso ad un deposito di tipo pubblico. Una vicenda accaduta 1600 anni fa tutta da decifrare. Le prime monete visionate sono databili al 471 d. C. «Lo scenario storico è quello del tramonto dell'impero, quando già scalpitavano nell'Italia del Nord le guerre gotiche e bizantine - dichiara Rinaldi - L'aspetto sorprendente è il numero di monete. Abbiamo rimosso solo le prime 27, ma ce ne sono altre. Se fossero tutte solo monete potrebbero essere anche quattrocento». Erano chiuse in un contenitore assai singolare, scolpito nella pietra ollare che si ricava sulle montagne della Valtellina.
Tutto è avvenuto nello scavo dell'antica città di Novum Comum municipio romano del Nord. Così importante da avere un simile tesoro?
La vicenda è quanto mai suggestiva. L'indagine è tutta sul sito: uno scavo urbano condotto su un edificio privato, l'ex teatro ottocentesco dalle cui fondamenta è riemersa la cittadella romana millenaria. «Va capito se il tesoretto è pertinente ad un ambiente in particolare - dice Rinaldi - Quello che preme è il destino dello scavo. Va continuato anche se è difficile: il livello del lago di Como si è alzato e lo scavo si conduce con l'uso di pompe idrovore. Noi auspichiamo che si possa proseguire in accordo con la proprietà». Gli esperti di numismatica parlano di un ritrovamento senza precedenti. Valore? Incalcolabile. Milioni. Intanto lunedì conferenza stampa ufficiale, poi restauri, studi e mostre.

Il Messaggero 7 settembre 2018

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