IL TESORO DELLE MONETE RACCONTATO SU YOUTUBE

In rete la conferenza delle archeologhe

I vari livelli dello scavo, venuti alla luce strato dopo strato, a ritroso: strutture di funzione pubblica di epoca romana, probabile sede dell’erario, e dopo il monastero medievale di Sant’Anna,
e poi strutture residenziali, poi un teatro, il mitico Cressoni e ora un altro edificio residenziale in via di realizzazione.
E in mezzo, una scoperta epocale.
I piedi affondati nel fango e nell’acqua di falda che continua a risalire. Il lago non dista poi molto. E poi il paziente lavoro di documentazione, restauro e datazione, l’antica scienza dell’archeologia fatta di conoscenze storiche approfondite ma anche competenze tecniche particolari.
Se qualcuno è appassionato della città fondata da Giulio Cesare 2080 anni fa e vuole diventare Indiana Jones oltre ai film con Harrison Ford può guardare YouTube e immergersi nell’avventura che ha portato
alla scoperta del “Tesoro di Como”, ossia il patrimonio di monete d’oro romane del V secolo dopo
Cristo che è da ritenersi una scoperta di primaria importanza non solo per il Nord Italia ma per il Paese. In attesa di vedere alcune delle monete esposte al Museo Giovio di piazza Medaglie d’Oro dobbiamo dire grazie al Festival della cultura classica, edizione nazionale a cura dell’Associazione Italiana
Cultura Classica, la cui delegazione locale con sede al liceo Volta ha acceso i riflettori con una conferenza online, ora disponibile in rete, sull’attualità degli studi archeologici in città parlando appunto del tesoro aureo con le sue massime esperte. Ossia Barbara Grassi e Grazia Facchinetti,
funzionarie della Soprintendenza Archeologica.
Nel video raccontano ogni particolare dello scavo e della scoperta, le varie ipotesi interpretative e lo
stato dell’arte delle ricerche sia sul fronte dell’archeologia che su quello della numismatica.

IL FILM
Intanto oggi (12 maggio 2021) alle ore 11 saranno presenti nella biblioteca Borsellino di Como i
ragazzi dell’Isis Paolo Carcano che hanno realizzato le immagini animate per il documentario “L’ultimo
bagliore di un impero” scritto e diretto da Paolo Lipari e dedicato alla Como dell’epoca delle monete che
sarà visibile dalle ore 18 di domani sul canale YouTube del Comune di Como e sulle pagine Facebook dei Musei Civici di Como e della Biblioteca Paolo Borsellino).
Vittoria Dolci

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Museo diffuso sotto i piedi di comaschi e turisti

A fine aprile a Como è stata inaugurata una targa ricordo lungo la passeggiata tra la torre Gattoni e il passaggio Zuccoli intitolata al professor Paolo Maggi. docente del liceo classico Volta e presidente della Società Archeologica Comense. Come ha ricordato il past president dell’Archeologica Cesare Piovan, «a Maggi è dovuta, alla metà degli anni ’50 del secolo scorso, la riscoperta della Ca’ morta, la grande necropoli protostorica di Como. Maggi di molte scoperte della Como antica è stato protagonista o spettatore interessato». Ha detto fra l’altro Piovan: «Ricordo quando, con passo ormai malfermo, venne a visitare il grande scavo del quartiere suburbano romano di via Benzi. Notò con soddisfazione i resti di un edificio monumentale per il quale si era ipotizzato che potessero essere quelli di una biblioteca». Si era ricordato delle basi di una probabile biblioteca rinvenute anni prima in via Cinque Giornate. Como non è nuova a rinvenimenti archeologici significativi, lo ha ricordato anche lo studioso impegnato in queste ore in via Sant’Abbondio. I passi dei comaschi e dei turisti che si spera tornino in città avvengono sopra un giacimento, un museo diffuso che non aspetta altro che di essere valorizzato. Servono competenze e soldi, certo, e fortuna, ma anche la volontà politica per agevolare una nuova stagione dell’archeologia comasca. In effetti mancano all’appello tanti tasselli della Como antica. Solo rimanendo all’epoca romana: dove era il foro, dove era il Tempio di Giove? Sotto San Fedele, pare. E il teatro? In Cortesella, tra la Banca d’Italia e piazza Gobetti. Ma un conto è ipotizzare, l’altro è avere accesso agli strati profondi e ben lo sanno i costruttori spesso alle prese con importanti testimonianze, come la domus romana trovata in via Volta o il pavimento della stessa epoca, a due passi dall’ex Cressoni, sempre in via Diaz. In via Sant’Abbondio pare sia stata ritrovata anche una moneta: il suo studio forse agevolerebbe una datazione dei reperti, per chiarire se sono medievali i più antichi. Questo per dire che servono tanti dettagli e competenze per raccontare il passato. Ma anche la volontà di conservarlo: dalla Torre San Vitale si è appena staccato un masso e non è un bel segno. Intanto a Ercolano il direttore degli scavi Francesco Sirano ha ipotizzato che i resti di un soldato ritrovati negli anni Ottanta potrebbero essere quelli di un pretoriano della flotta del comasco Plinio il Vecchio. Non si finisce mai di studiare. Basta volerlo.

Corriere di Como 12 maggio 2021
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