«IL MUSEO PER LE MONETE? SETTE ANNI SONO TROPPI»
Il caso
Un sacco di tempo perso (sette anni) e altrettanti soldi buttati. «Leggo di cifre inaudite per “proteggere” dalle 30 alle 50 monete che in base alle valutazioni del ministero non dovrebbero valere, insieme, più di 200mila euro, dato che il valore medio è di 4mila euro l’una». Non è contento Saba Dell’Oca, l’imprenditore e amministratore di Officine Immobiliari che nel 2018 finanziò il recupero del tesoro di via Diaz, e non lo è non solo perché la trafila giudiziaria che è stato costretto a intentare per ottenere il “premio” previsto dalla legge è ancora in alto mare, ma anche perché, dice, «dal punto di vista del marketing e dell’attrattiva che le monete avrebbero potuto esercitare, il treno ormai è passato. Come si dice, bisognava battere il chiodo finché era caldo». Troppa burocrazia, troppa lentezza, troppe titubanze «e troppa incapacità: mi domando quale sia il senso di un investimento magari di mezzo milione di euro per la sorveglianza di un “tesoro” che ne vale a stento la metà e che, soprattutto, nessuno si sognerebbe mai di rubare. Le monete sono state a tal punto studiate, a tal punto analizzate, fotografate, schedate, che rubarle sarebbe come rubare una tela di Picasso. Fuori dai circuiti ufficiali delle aste numismatiche internazionali, monete di questo calibro sono del tutto invendibili, quindi nessuno le ruberebbe. Peraltro, proprio per questa ragione, il premio da pagare a un’eventuale assicurazione sarebbe tutt’altro che cospicuo. Il rischio è basso, ed è basso il premio. Ripeto: rubarle sarebbe come rubare la Gioconda». Il tema è anche quello del tempo, la cui concezione, nella pubblica amministrazione, non è mai sovrapponibile a quella del comune sentire: sette anni, per poter ammirare da vicino le monete sono troppi, e rischiano concretamente di diventare anche di più, nonostante le previsione del Comune secondo il quale il nuovo museo all’interno della chiesa delle Orfanelle potrebbe - potrebbe – aprire per Natale: «Burocrati», insiste Dell’Oca, peraltro tuttora impegnato anche nell’altra battaglia, quella sul fronte giudiziario; il ministero della Cultura ha impugnato il pronunciamento con cui il Tribunale di Milano si era espresso a favore di Officine Immobiliari – la società di Dell’Oca – accogliendone un ricorso per ingiunzione e intimando il pagamento di iniziali 295mila euro a titolo di “premio” per il ritrovamento delle monete. Il contenzioso rischia di arenarsi in qualche cancelleria di qualche tribunale. La sensazione è quella che questo sia l’obiettivo defatigante dei funzionari ministeriali, decisi a non pagare o a pagare la minor cifra possibile.
La Provincia 12 giugno 2025