NON DI SOLO ORO E' FATTO UN TESORO

Ex teatro Cressoni, lo scavo delle meraviglie potrebbe aver portato alla luce (oltre alle monete) il mitologico foro cittadino con il palazzo del Governo

C'era una volta un tesoro. Mille monete d'oro e persino gioielli rimasti incredibilmente nascosti per quasi 1700 anni sotto appena 60 centimetri di terra mentre sopra di loro i barbari saccheggiavano la città, si costruivano nuovi edifici e persino un teatro (il cui ultimo proprietario, beffa del destino, morì pieno di debiti).
Sembra un romanzo, roba di pirati e principesse e di storie da raccontare ai bambini prima di andare a letto. Invece è tutto vero. Erano i primi di settembre dell'anno scorso quando all'improvviso, è cosa nota, nel cantiere dell' ex teatro Cressoni di via Diaz la pala di un operaio trovò quell'unica cosa capace di accendere la fantasia di chiunque dall'età di 2 anni in poi: un tesoro.
"Era l'ultimo giorno di scavo e la Soprintendenza se ne, stava andando - racconta Giovanni Sammartano, I'architetto responsabile del cantiere e all'improvviso mi hanno telefonato dicendomi che avevano trovato una pentola d'oro. Quando sono arrivato, con quelle monete che emanavano luce dallo
squarcio nel vaso, ho davvero pensato che fosse una candid-camera''. Una scarica di adrenalina come non se ne sentono molte, nella nostra città.
Ma oltre alle monete, ora allo studio degli esperti della Soprintendenza, il teatro Cressoni nascondeva anche un altro tesoro.
"Fin dall'inizio del cantiere ci siamo resi conto di aver trovato qualcosa di interessante - spiega Sammartano - perché scavando affioravano elementi lapidei, capitelli, pezzi di colonna, epigrafi e persino i resti di una scalinata''.
Un mistero nel mistero? In realtà, forse, esattamente il contrario perché potrebbe trattarsi della chiave per risolvere una questione in sospeso da tempo su Como romana. "Come tutte le città romane di impianto medievale - continua l'architetto - anche Como aveva elementi fissi come le terme, l'anfiteatro o il
foro con il palazzo del governo" Foro che, però, fino a oggi si è sempre solo ipotizzato si potesse trovare nella zona di piazza San Fedele. Fino a questo momento.
"La qualità di questi reperti fa pensare potesse trattarsi proprio di un palazzo del governo e fa presumere che il foro dovesse, invece, trovarsi qui''.
Un'ipotesi che, se confermata, avrebbe un enorme valore per la storia della città. E le monete? Solo gli esperti potranno provare a chiarire la loro provenienza ma una delle ipotesi, secondo Sammartano, è che possa trattarsi "di una somma di denaro inviata da Roma per pagare l'esercito impegnato a difendere la città dai barbari. Chi le ha nascoste lì sotto probabilmente ha fatto una brutta fine e l'edificio, una volta abbandonato, è stato smontato pezzo per pezzo. La cosa incredibile, però, è che per più di un millennio, chiunque abbia lavorato lì ci ha girato intorno ignaro della loro esistenza. E ora? "Tutti i reperti ritrovati sono stati portati al museo Giovio e lo scavo è stato ricoperto. Non c'era nulla che valesse la pena di essere lasciato visibile e, oltretutto, la presenza di acqua che affiorava dal terreno avrebbe reso impossibile in ogni caso una scelta diversa. Non resta che aspettare i risultati degli studi in corso e di rivedere, si spera presto, le monete a Como "che diventerebbe la sede della raccolta numismatica romana più importante del mondo - ricorda Sammartano - che, a mio parere, andrebbe esposta nella sezione romana del museo Giovio creando un percorso didattico che le collochi nel tempo, che racconti che quelle monete erano lì mille anni prima della scoperta dell'America". Una bella occasione, più unica che rara, anche per rilanciare il museo
archeologico. Il terzo tesoro dell' ex Cressoni?

La Provincia 1 febbraio 2019

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